sabato 31 maggio 2014
mercoledì 28 maggio 2014
lunedì 26 maggio 2014
Speranza del navigante solitario
giovedì 22 maggio 2014
mercoledì 21 maggio 2014
martedì 20 maggio 2014
La motivazione di un premio rivela e gratifica
Uno dei più grandi pregi delle poesie di
Orlando Amedeo Cangià è che il Suo scrivere è contrassegnato dai tratti
peculiari della grande poesia: che anche quando è flusso magmatico di emozioni
mai si priva di un ordine; che anche quando in essa sono frantumati i canoni
della metrica soggiace ad una “regola invisibile: il sogno”. Così, le Sue
poesie, possono essere altresì “un attimo di vita” che diventa verso, una
tessera di mosaico in cui poter suggerire immagini, sensazioni ed emozioni.
Luigi
Ruggeri
sabato 17 maggio 2014
Una esegesi esemplare della lirica "L'incontro" di Orlando A. Cangià
“La saggezza del padre è il più grande ammaestramento per i figli” così diceva Democrito, già nel V secolo a.C. Ho scelto queste parole, così forti, per commentare questa opera del poeta Cangià, un inatteso e commovente salto fino alla ragione più profonda dell’essere padre e dell’essere figlio. Sono grata al Maestro per averci donato questo sentito e commovente ricordo personale, che sapientemente ha saputo rivestire di quella meravigliosa aura di universalità, una capacità che hanno solo i grandi artisti della parola. E dei sentimenti. Proprio nel giorno in cui si festeggia San Giuseppe, che tanto ha fatto e tanto ha sofferto per suo figlio, nostro Signore Gesù, dandoci così esempio superbo di amore paterno che nulla cancella, che nulla dimentica, ecco questa poesia che si pone ai nostri occhi, con una potenza inaudita, con una forza sorprendente. L’incontro. Perché di questo si tratta. Di un padre e di un figlio che fa ritorno tra le sue braccia. Due universi lontani, due stelle nell'infinito universo della nostra umanità, due guerrieri della vita. “Ma per il guerriero della luce non esiste amore impossibile. Egli non si lascia intimidire dal silenzio, dall'indifferenza o dal rifiuto,” diceva Paulo Coelho. Proprio come fa un padre con suo figlio. Al maestro Cangià voglio dire che su quel ponte dei Mille, a Genova, assieme a lui e grazie a lui, ci siano tutti. Ognuno con le proprie miserie, gioie e amarezze. Anche chi, come me, su quel ponte ci sarebbe voluta stare infinite volte, per incontrare quel padre che mai seppe stringere a se. Quindi, grazie per aver reso questo giorno in cui si festeggiano i papà, così pregno di significato.
Perché un guerriero, senza amore non è nulla.
Perché un guerriero, senza amore non è nulla.
Maria Serena Cavalieri
lunedì 12 maggio 2014
FOTOPOETA
Essere fotopoeta è un dono e una missione. Quando la realtà viene vista con occhi che la contemplano, più che solo occhi che la vedono, allora il bisogno di descriverla con la poesia si fa impellente. Allo stesso modo per la fotografia. Vedere e guardare non sono la stessa cosa.
L'occhio che va al di là delle apparenze si trasforma in sguardo e tutto, di colpo, cambia. Con questo sguardo e con questa contemplazione descrivo la vita. Essere fotopoeta è anche una sofferenza creativa, quasi una nascita ogni volta che ci si sente obbligati a raccontare la realtà.
La gioia che mi viene restituita dall'opera poetico-fotografica è senza confini. Scrivendo, patisco. Rileggendo, assaporo con la vista e con l'udito, la vita stessa.
L'occhio che va al di là delle apparenze si trasforma in sguardo e tutto, di colpo, cambia. Con questo sguardo e con questa contemplazione descrivo la vita. Essere fotopoeta è anche una sofferenza creativa, quasi una nascita ogni volta che ci si sente obbligati a raccontare la realtà.
La gioia che mi viene restituita dall'opera poetico-fotografica è senza confini. Scrivendo, patisco. Rileggendo, assaporo con la vista e con l'udito, la vita stessa.
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