domenica 7 giugno 2015

E' sempre poesia?





Mi rivolgo agli amici critici che dividono con un colpo d’accetta in due famiglie i  poeti: quella di coloro che scrivono in versi “controllati”, e ritenuti perciò tali, e quelli che scrivono in versi “liberi” ritenuti “se dicenti”, “poeti a richiesta”, “poeti a pagamento”, “poeti della rete” perché non capaci di scrivere in metrica e “non potrebbe, come dicono loro,  essere diversamente …” senza supporre che per alcuni di essi tale forma possa essere il loro stile specifico.
Ho voluto citare, nel mio caso, il giudizio “contro corrente” dell’amico Luigi Ruggeri, che di poesia un po’ se ne intende.  Certo su 133 composizioni da me scritte a tutt’oggi la maggior parte, ossia 107 sono a verso libero, ma 26 ( 1 ode, 7 sonetti e 18 haiku) sono a verso controllato a dimostrare che forse io sappia anche usare la metrica, ma riesca meglio ad esprimermi diversamente senza perciò scalfire la “sacralità” della poesia.