mercoledì 29 luglio 2015

Una sposa tutta d'oro


La città di Costantino


Non per nulla è  stata capitale di tre imperi: bizzantino, romano e ottomano.

Insieme a Roma detiene il primato delle città antiche più grandiose, non solo per i suoi monumenti, ma anche e soprattutto per la sua storia.

Averla conosciuta, anche solo per poche ora, ha costituito in me un'esperienza indimenticabile.




Una Sposa tutta d’oro


Mentre verso te mi appropinquavo,
il grido di meraviglia ancora udivo,
abbagliato anch’io dal fulgore
di un aureo corpo seduttore.

Gemella in virtù di somiglianza,
sempre rivale di quella Eterna,
solo del crociato la prepotenza
e dell’ottomano la scimitarra

violar poterono il tuo riserbo
e oggi, malgrado la tarda età,
sinora stupende le braccia mostri,

posandole sui bordi del Canale,
e unisci così due continenti
che mutar potresti in universi.





Orlando A. Cangià

domenica 7 giugno 2015

E' sempre poesia?





Mi rivolgo agli amici critici che dividono con un colpo d’accetta in due famiglie i  poeti: quella di coloro che scrivono in versi “controllati”, e ritenuti perciò tali, e quelli che scrivono in versi “liberi” ritenuti “se dicenti”, “poeti a richiesta”, “poeti a pagamento”, “poeti della rete” perché non capaci di scrivere in metrica e “non potrebbe, come dicono loro,  essere diversamente …” senza supporre che per alcuni di essi tale forma possa essere il loro stile specifico.
Ho voluto citare, nel mio caso, il giudizio “contro corrente” dell’amico Luigi Ruggeri, che di poesia un po’ se ne intende.  Certo su 133 composizioni da me scritte a tutt’oggi la maggior parte, ossia 107 sono a verso libero, ma 26 ( 1 ode, 7 sonetti e 18 haiku) sono a verso controllato a dimostrare che forse io sappia anche usare la metrica, ma riesca meglio ad esprimermi diversamente senza perciò scalfire la “sacralità” della poesia.

martedì 26 maggio 2015

Ode alla nipote



Ode alla nipote


Nella primavera della vita
ti avevo davvero cercata,
graziosa sì ti immaginavo
e nella mente bramata.

Con il trascorrere degli anni
forse ti avevo obliata
perciò tu in sogno apparivi
per non essere dimenticata.

In pieno autunno della vita
ti ho finalmente ritrovata
nella realtà tanto più bella
da essere assai benamata.

Dal giorno che ti sei presentata
la stagione è così volata
che questi trascorsi quattro anni
son parsi una sola giornata.



Orlando A. Cangià