lunedì 30 marzo 2015
All'ignoto dal cuore
domenica 29 marzo 2015
La voce del popolo
Fin da bambino mi aveva turbato il fatto che un popolo avesse chiesto di mettere a morte lo stesso uomo che pochi
giorni prima aveva portato in trionfo. Riflettendo con gli anni ho compreso che
la voce di quel popolo era la stessa voce
di Dio che, malgrado tutto e tutti,
voleva si realizzasse, anche se in un
modo umanamente incomprensibile, il suo
piano di salvezza “ma tutto questo è
avvenuto affinché si adempissero le Scritture dei profeti” Mt 26,56
Antitesi apparente
Sempre mi sarà
di riflessione
La veridicità
dell’equazione:
“Vox populi”,
quando acclama
il primo dei trionfatori,
“Vox Dei”,
quando condanna
l’ultimo dei malfattori.
Orlando A. Cangià
sabato 28 marzo 2015
giovedì 26 marzo 2015
Riguardo alla beltà
martedì 24 marzo 2015
lunedì 23 marzo 2015
sabato 21 marzo 2015
giovedì 19 marzo 2015
mercoledì 18 marzo 2015
Una ricorrenza speciale

In questo giorno, segnacolo e strumento di dovizia di significati, tra
altri il fatto che l’evento si era verificato proprio il giorno dedicato alla
festa di un grande padre, S. Giuseppe, oggi festa di tutti i papà, e che sono
trascorsi quarantasei anni, numero impresso nella mia data di nascita
ho creato e presento a tutti gli amici una video poesia che non poteva che
coniugare i miei versi, scritti alcuni anni fa, con le immagini del porto di
Genova scattate dal mio unico figlio Marco e con l’immancabile supporto di mia
moglie Mariagrazia.
“Il 19 marzo del 1969 arrivavo a Genova, proveniente da Alessandria
d’Egitto, solo dopo una settimana di navigazione in quanto la M/N Ausonia sulla
quale viaggiavo aveva in programma per quella stagione una crociera nel Mediterraneo
toccando i porti di Beirut, Limassol, Pireo, Siracusa Marsiglia e Genova.
Dopo essere vissuto lontano dalla famiglia per ben sette anni per ragioni
di studio nel Medio Oriente avevo deciso di ritornare finalmente a casa ed
avevo avvertito, tramite cartolina postale, i genitori rimpatriati ormai da
anni in Italia che sarei arrivato proprio quel giorno non immaginando che le
Poste avrebbero recapitato la missiva con notevole ritardo.
Mentre la nave entrava nel porto di Genova vedevo un uomo in testa al molo
che attendeva ansioso: man mano mi rendevo conto che era il papà che, per
quanto venivo a sapere più tardi, quella mattina, pur essendo un giorno
festivo, aveva voluto ugualmente raggiungere il porto, dove abitualmente
lavorava, convinto di incontrare il figlio.”
L’incontro
Quel giorno di marzo
sul Ponte dei Mille
un uomo attendeva
del figlio il ritorno
spinto lì dal conforto,
senza nulla sapere,
dei prodigi inattesi
dell’amore di un padre,
era mio padre.
Orlando A. Cangià
“La saggezza del padre è il più grande ammaestramento per i figli” così
diceva Democrito, già nel V secolo a.C. Ho scelto queste parole, così forti,
per commentare questa opera del poeta Cangià, un inatteso e commovente salto
fino alla ragione più profonda dell’essere padre e dell’essere figlio. Sono
grata al Maestro per averci donato questo sentito e commovente ricordo
personale, che sapientemente ha saputo rivestire di quella meravigliosa aura di
universalità, una capacità che hanno solo i grandi artisti della parola. E dei
sentimenti. Proprio nel giorno in cui si festeggia San Giuseppe, che tanto ha
fatto e tanto ha sofferto per suo figlio, nostro Signore Gesù, dandoci così
esempio superbo di amore paterno che nulla cancella, che nulla dimentica, ecco
questa poesia che si pone ai nostri occhi, con una potenza inaudita, con una
forza sorprendente. L’incontro. Perché di questo si tratta. Di un padre e di un
figlio che fa ritorno tra le sue braccia. Due universi lontani, due stelle
nell'infinito universo della nostra umanità, due guerrieri della vita.
“Ma per il guerriero della luce non esiste amore impossibile. Egli non si
lascia intimidire dal silenzio, dall'indifferenza o dal rifiuto,” diceva Paulo
Coelho. Proprio come fa un padre con suo figlio. Al maestro Cangià voglio dire
che su quel ponte dei Mille, a Genova, assieme a lui e grazie a lui, ci siano
tutti. Ognuno con le proprie miserie, gioie e amarezze. Anche chi, come me, su
quel ponte ci sarebbe voluta stare infinite volte, per incontrare quel padre
che mai seppe stringere a se. Quindi, grazie per aver reso questo giorno in cui
si festeggiano i papà, così pregno di significato.
Perché un guerriero, senza amore non è nulla.”
Maria Serena Cavalieri
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